Fatti e libri, rubrica di Bruno Elpis
Il decimo anniversario della morte di Françoise Sagan e “Aimez-vous Brahms”
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- Categoria: Fatti e Libri
- Scritto da Bruno Elpis
Oggi, 24 settembre 2014, cade il decimo anniversario della morte di Françoise Sagan, irrequieta scrittrice francese divenuta celebre fin dal suo primo romanzo, “Bonjour tristesse”. Noi ricordiamo questo triste anniversario idealmente dedicando alla scrittrice la musica di Brahms, il compositore che ricorre nel titolo di una delle sue opere più apprezzate.
“Le piace Brahms?” (“C’è un bellissimo concerto alle sei… Le piace Brahms?”) è la storia di Paule, arredatrice trentanovenne che tenta di lasciarsi alle spalle la decadente relazione con Roger, gaudente e infedele (“L’amore, dopotutto, era il sistema migliore per tranquillizzare una donna…”), imboccando la via di una nuova passione: quella per Simon Van Den Besh, venticinquenne avvocato disimpegnato (“Dovrebbe essere condannato a morte, sarà condannata alla solitudine”), che a sua volta cerca di reagire alla propria endemica insoddisfazione buttandosi a capofitto nel sentimento nuovo per una donna più matura.
Il nuovo rapporto è pieno di tenerezza (“Simon, i cui occhi come un faro, ogni due minuti, le sfioravano il viso, indugiando un secondo di troppo a cercare il suo sguardo”), di gusto estetico (“ancora una volta ne notò la bellezza, il taglio allungato e felino degli occhi, il disegno perfetto della bocca, e pensò divertita che questo ragazzetto che trascorreva le giornate ad attenderla… aveva l’aspetto d’una canaglia, d’un tormentatore di cuori”) e di sensualità (“Mi piaci nuda. E questo è l’abito più nudo tra quelli che hai”).
Tuttavia l’animo di Paule cova un germe pericoloso (“Quando Roger la prendeva, era lui il padrone ed ella era cosa sua… Invece… Simon aveva fatto suo un atteggiamento di dedizione… che commuoveva Paule, ma che insieme la irritava oscuramente, la metteva a disagio, come davanti a una cosa anormale”), lo stesso che probabilmente minò la vita della scrittrice (“… quegli sforzi incessanti, dolorosi, avevano finito per esserle più preziosi della felicità stessa… questa lotta incerta era diventata la sua ragion d’essere”), come la sua biografia tormentata testimonia…
Bruno Elpis
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