Fatti e libri, rubrica di Bruno Elpis
Cartoline di Moravia da Capri: i faraglioni
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- Categoria: Fatti e Libri
- Scritto da Bruno Elpis
Da un romanzo di Alberto Moravia, "Il disprezzo" (inizialmente intitolato "Il fantasma di mezzogiorno"), che un Godard d'annata ha portato sullo schermo nel 1963, in modo del tutto arbitrario abbiamo ritagliato un micro-racconto, che potremmo intitolare "La lucertola azzurra".
Queste poche righe compongono una scena, che si svolge in una cornice naturale incantevole alla quale il narratore - lo sceneggiatore Riccardo Molteni - in quel momento attribuisce un potere miracoloso: la facoltà di cambiare i sentimenti della donna amata, la moglie Emilia, che invece disprezza il coniuge... mentre "il miracolo dell'amore ... per esistere deve non soltanto accendersi nel nostro cuore ma anche in quello altrui".
In questo desiderio, completamente tinto dell'azzurro che impera a Capri, la lucertola azzurra assume i connotati di un talismano vivente, in molte tradizioni il geco ha forte carica simbolica ed è considerato un portafortuna. Non così sarà in questo dramma...
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“Improvvisamente, ad una svolta, ci apparvero i Faraglioni e fui contento di udire Emilia dare in un grido di sorpresa e di ammirazione. Era la prima volta che veniva a Capri e sinora non aveva aperto bocca. Da quell’altezza le due grandi rupi rosse sorprendevano per la loro stranezza, simili, sulla superficie marina, a due aeroliti caduti dal cielo sopra uno specchio. Dissi ad Emilia, esaltato da quella vista, che sui Faraglioni si trovava una razza di lucertole che non esisteva in nessun altro luogo del mondo: azzurre a forza di vivere tra il cielo azzurro e il mare azzurro… La lucertola azzurra che descrivevo annidata tra gli anfratti delle due rupi diventò ad un tratto il simbolo di quello che avremmo potuto diventare noi stessi, se fossimo rimasti a lungo nell’isola: anche noi azzurri dentro il nostro animo dal quale la serenità del soggiorno marino avrebbe gradualmente scacciato la fuliggine dei tristi pensieri della città; azzurri e illuminati dentro di azzurro, come le lucertole, come il mare, come il cielo e come tutto ciò che è chiaro, allegro e puro.”
Alberto Moravia, Il disprezzo (1954)
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