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Fatti e libri, rubrica di Bruno Elpis

I luoghi fantastici della letteratura: Eldorado e il Candido di Voltaire

L’Indipendent di Londra ha redatto la classifica dei paesi inesistenti nella realtà, ma ben presenti nella nostra immaginazione grazie a scrittori (e poeti) che hanno descritto luoghi fantastici e che li hanno scelti per ambientarvi i loro componimenti. 

Potrete prendere visione della top ten consultando questo link, che ci ha fornito lo spunto per un rapido viaggio in tre tappe, divenute antonomasie: Eldorado, Neverland e Utopia. 

Eldorado è nome dato dagli scopritori spagnoli a un paese immaginario dell’America Merid. (spagn. el dorado «il [paese] dorato»), che si credeva favolosamente ricco d’oro e di pietre preziose, ed esteso spesso per antonomasia a indicare genericam. un luogo d’abbondanza e di delizie” (www.treccani.it). 

Parlando di Eldorado, una leggenda diffusasi dopo la scoperta del Nuovo Mondo, è necessario risalire al Candido (1759) di Voltaire: la storia del giovane, nato nel castello del barone di Thunder-ten-tronckh in Vestfalia, che ha come precettore il filosofo ottimista Pangloss ("Tutto va nel migliore dei modi possibili") e s’innamora di Cunegonda, figlia del barone. Quando Candido viene cacciato dal castello, incappa in molte disavventure che mettono in discussione l'ottimismo di Pangloss. Il giovane viaggia prima in Europa, poi in America, poi ancora in Europa sino a Costantinopoli. In queste peregrinazioni Candido passa anche per Eldorado, un paese ove ”le strade sono lastricate di pietre preziose”, tutti i bisogni materiali sono soddisfatti e gli uomini vivono in pace tra loro godendosi della vita.

L’opera di Voltaire sbeffeggia l’ottimismo ("Che cos'è quest'ottimismo? dice Cacambo. Ah - risponde Candido - è la maniera di sostenere che tutto va bene quando si sta male") che in Leibnitz aveva avuto teorizzazione filosofica (“Oh, migliore dei mondi possibili, dove sei adesso?”). La critica all’ottimismo viene condotta con deliziose, disincantate considerazioni sulla vita (“Di tutto ci stanchiamo nella vita: le ricchezze affaticano quei che le possiede; l'ambizione soddisfatta non lascia che rimorsi; le dolcezze dell'amore, a lung'andare, non son più dolcezze...”) e sulla natura umana (“Questo è l'amore! L'amore, il conforto dell'uman genere, il conservatore dell'universo, l'anima di tutti gli esseri sensibili, il tenero amore!”) in un mondo ridimensionato a misura d’uomo (“Vi confesso che dando un'occhiata su questo globo, o piuttosto su questo globetto, io penso che Dio l'abbia abbandonato a qualche essere malefico, eccettuato sempre Eldorado; io non ho mai veduto città che non desideri la rovina della città vicina: niuna famiglia che non voglia sterminare qualche altra famiglia”). 

Bruno Elpis 

1 – continua 

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