Elpi-logo n. 23 – “Le possibilità della notte” di Marco Venturino
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- Scritto da Bruno Elpis
Reazioni diverse alla medesima situazione
Nella finzione letteraria – sicuramente supportata da casi clinici – il medico Marco Venturino affronta il delicato tema della reazione che la medesima situazione può suscitare in soggetti che abbiano differente personalità e difforme esperienza di vita.
L’autore compie l’operazione letteraria immaginando due estremi, all’interno dei quali è possibile poi ipotizzare una gamma di situazioni intermedie.
La condizione che accomuna i due protagonisti (che sono coetanei, proprio come i personaggi di “Cosa sognano i pesci rossi”) de “Le possibilità delle notte” è l’essere affetti dal “male del secolo”.
Pino Ravera e Pietro Quarenghi hanno cinquantadue anni.
Pino è ingegnere elettronico e ha una vita familiare serena.
Pietro è chirurgo, celibe gaudente, e ha consacrato la vita al lavoro.
A entrambi viene diagnosticato un cancro all’esofago.
Pietro possiede tutte le informazioni sulla malattia e sul suo decorso: anche per questo, oltre che per il suo carattere, rifiuta il protocollo terapeutico articolato in intervento chirurgico e cicli di chemio e radioterapia. Pino, con il conforto della famiglia, vi si sottopone.
Pietro ritiene sia meglio vivere intensamente il poco tempo che gli resta e si rifugia in un eden terrestre: a Los Roques, nei Caraibi. Pino invece accetta di lottare, affrontando cure pesantissime e alterne disavventure ospedaliere.
Nel romanzo ho letto sia il rispetto che l’autore accorda alle scelte personali, sia la partecipazione accorata del medico al dolore dei pazienti.
Sommessamente sottoscrivendo il diritto alla libertà delle determinazioni individuali, nell’epilogo Venturino lascia trasparire – almeno così mi è parso - se parteggia per la coraggiosa lotta (a tratti impari) di Pino ovvero per l’opzione edonistico-rinunciataria (e pur sofferta) di Pietro.
Come i precedenti romanzi dello scrittore, anche “Le possibilità della notte” riservano una lettura scorrevole, pur disseminata dalle angosce che il tema inevitabilmente impone.
Bruno Elpis
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