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Le recensioni di Bruno Elpis

Vipera di Maurizio De Giovanni (qlibri)

coverIl mestiere di vivere

In un precedente commento all’ultimo romanzo di Maurizio de Giovanni ho cercando di rispondere alla domanda: perché il commissario Ricciardi è così amato? Qui commenterò “Vipera” per apprezzarne intreccio, atmosfere e sfondi. A partire dal …

… POSTRIBOLO!

L’omicidio sul quale indagano Ricciardi e il brigadiere Maione avviene … in Paradiso! Che però è una casa di tolleranza d’alto bordo. Corre l’anno 1932 e siamo in piena epoca fascista.  L’assassinio sembra dimostrare che “l’amore contendeva alla fame il triste primato di maggior generatore di morte e delitto.” In “un posto dove, insieme a tutti i soliti altri liquidi, era scorso anche il sangue. “ Anzi no, niente sangue: perché la vittima è stata soffocata.

 

LA PROTAGONISTA INANIMATA

Vipera è il nome “d’arte” di Rosaria, una ragazza del Vomero: “A suo modo era una celebrità”.
Qual è la puttana più bella di Napoli? E tutti avevano una sola risposta.” Vipera!
Per Madame Yvonne (ndr: la maitresse) era una specie di réclame, un’insegna vivente.
Viene ritrovata esanime, poco dopo l’apertura del bordello: “Il cadavere giaceva scomposto in mezzo alle lenzuola sgualcite.
Il volto, scoperto, esprimeva la sofferenza della fame d’aria, e dalla bocca spalancata spuntava una parte di lingua annerita.”

I SOSPETTATI

I sospettati principali sono due anomali clienti, che per Vipera hanno una vera e propria ossessione: “Coppola, che dice di averla lasciata viva, e Ventrone, che dice di averla trovata morta.”
Giuseppe Coppola è l’antico innamorato: “Ero nella camera di Rosaria, prima che … prima che succedesse quello che poi è successo. L’ultimo che l’ha vista viva. A parte l’assassino.”
Io non sono un suo cliente. Pago, è vero, se no non ci fanno stare insieme…”
Nel suo passato ci sono stati momenti di violenza”. Inoltre il suo nomignolo allude al frustino cui la defunta fa riferimento in una delle visioni premonitrici che hanno reso celebre Ricciardi: “A mio fratello tutti lo chiamano Peppe ‘a frusta.
A Rosaria, Giuseppe offre una possibilità di riscatto: “…Figuratevi se Vipera … lasciava i suoi guadagni, la venerazione degli uomini e la bella vita per andare a fare la moglie in una baracca del Vomero…
Ventrone, “commerciante di arredi sacri”, ha invece tendenze sado-maso e quindi anche lui sembra avere attinenza con il frustino (“Quelli che hanno queste tendenze prima o poi qualcosa di sbagliato lo fanno, perché spostano il limite continuamente…”).
La vicenda è complessa: “con chiunque parliamo troviamo nuove ipotesi di moventi per quest’omicidio.” E molti dei personaggi potrebbero essere colpevoli: “Coppola di fronte a un rifiuto, Ventrone davanti a un possibile addio… il bisogno cieco e disperato di denaro: quindi Madame Yvonne, il suo figlio giocatore…”

EPOCA FASCISTA E PASQUA NAPOLETANA

Sullo sfondo della vicenda a tinte gialle, si svolgono episodi dell’intolleranza fascista: ne è vittima anche il medico legale Bruno Modo, lui stesso frequentatore di postriboli, (“Così ti eleverai da macellaio necrofilo a informatore della polizia”), che non esita a manifestare il suo dissenso al regime e per questo rischia la deportazione.
Sempre sullo sfondo, si materializzano mirabili affreschi delle tradizioni pasquali napoletane: con la pastiera, il dolce tipico, a farla da padrona.
In bassorilievo, agiscono personaggi che parimenti non possono mancare nella caratterizzazione della città partenopea: come Bambinella, il femminiello informatore di Maione, e Ciccillo ‘o Cecato, il “suonatore di fisarmonica cieco che ci vedeva benissimo…”

Bruno Elpis

http://www.qlibri.it/recensioni/gialli-narrativa-italiana/discussions/review/id:36134/