logotype
Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis Bruno Elpis

Le recensioni di Bruno Elpis

Lullaby di Barbara Baraldi (malgradopoi)

lullabyDopo aver letto, commentato e discusso con Barbara Baraldi il suo ultimo “Un sogno lungo un’estate, romanzo per la gioventù, con curiosità mi sono avventurato nell’esplorazione dell’altra faccia dell’autrice:  più misteriosa, proprio come quella della luna che non viene mai illuminata dal sole. Constatando che – combinazione delle combinazioni! – Barbara Baraldi ha firmato il suo romanzo d’esordio (”La ragazza dalle ali di serpente”) proprio con lo pseudonimo di Luna (Lanzoni).
Lullaby è una canzone dei Cure. Poi diviene tacita colonna sonora del romanzo, evocazione d’infanzia (“… mi sembra di volare, come quando il grande uomo buono mi sollevava sulle spalle. Quando era ancora vivo e potevo rivolgere a lui tante domande che mi affollavano la testa. Quando il suo sorriso riempiva quei pomeriggi di solitudine”), ritmo che scandisce una disperata e ansiogena ricerca di equilibrio esistenziale tra allusioni di morte. E tra delitti reali.

L’azione si svolge in un dittico serrato, tra Marcello e Giada, tra Giada e Marcello, figure che poi si intersecano per risolvere – con spargimento di sangue - l’atmosfera minacciosa aleggiante sulla storia.
Marcelloè uno scrittore afflitto da due sindromi: il complesso di Oreste e il dramma della pagina bianca (“Io sono uno scrittore … ma non riesco a scrivere. La pagina bianca mi perseguita. Per mia madre sono un fallito”). Ma il ‘complesso di Oreste’, ossia l’impulso di sopprimere una genitrice ossessiva, non può seguire il proprio corso naturale, perché Marcello non ha altra fonte di sostentamento se non la pensione della madre malata e assillante (“Una di queste volte mi tolgo lo sfizio e l’avveleno. Ma poi come faccio a campare?”). L’impulso al delitto, tuttavia, rappresenterebbe un ottimo metodo per risolvere l’altro dilemma, quello “della pagina bianca”: “Se uccidessi uno di loro?”, arriva a pensare Marcello, desideroso com’è di attuare “un sacrificio di sangue alla … dea Ispirazione”, da dedicare “a quel dio color ghiaccio che è il suo computer.”
Tra un istinto omicida e l’empasse creativo, Marcello chiacchiera al bar con l’amico Federico, ex compagno di scuola (“Sì, perché in paese funziona così …: gli amici te li fai per caso, non per scelta. Conosci i compagni di banco, i vicini di casa e poi un po’ per noia, un po’ per abitudine non te li levi più di torno”) e padre di Giada.
Costei è una bad girl (“Io sono sempre stata considerata negativa, distruttiva. E sadica, per via di quella storia con gli orsacchiotti”) con un unico, grande, elementare desiderio: da non credersi, condensabile nell’universale “voglia di essere amata”.
Alcune scene horror sono incubi e proiezioni dei protagonisti, altre sono reali e preferibilmente si svolgono nella “tana”: l’ex acquedotto, luogo d’incontri squallidi tra Giada e il suo boy maledetto, Mirko (“Sono tornata all’ex acquedotto. È strano, ma è proprio il luogo da cui razionalmente dovrei fuggire, che mi fa sentire più sicura”).
Marcello e Giada sono il telaio sul quale Barbara Baraldi tende il filo di una tensione narrativa che si spezza nell’atto finale, quando tutte le tesserine si ricompongono in un disegno inaspettatamente razionale e in una scena di espiazione collettiva dai toni tetri e aspri. Sempre sulle note di una sinistra ninna nanna. Conoscete Lullaby dei Cure? In caso negativo, fate come ...

Bruno Elpis e cliccate You need to a flashplayer enabled browser to view this YouTube video.

http://www.malgradopoi.it/letture-consigliate/lullaby-la-ninna-nanna-della-morte-di-barbara-baraldi