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Le recensioni di Bruno Elpis

Uva noir di Gabriella Genisi

Ho un libro per le mani, che in un eroico furore autobiografico ha stimolato i miei ricordi.

Protagonista del romanzo è ancora il commissario Lolita Lobosco

Ero aviere nel fiore (per rimanere in ambito vegetale!) dei miei ventitre anni. Durante il mese di settembre del 19.. (pietà!) trascorrevo le lunghe giornate del CAR avanzato nel dismesso aeroporto militare di Grottaglie, centro dell’entroterra tarantino che trae il nome dalle grotte di tufo. Le giornate scorrevano lente sotto il sole pugliese. Impaziente, attendevo insieme ai miei compagni  l’orario della libera uscita. Per fruire dell’unica ‘botta di vita’ concessa a noi semi-reclusi, percorrevamo a piedi la lunga strada che conduce al centro del paese, situato su un colle delle Murge. La strada si snodava attraverso la campagna … coltivata a vite! Naturale per noi deviare e raggiungere i filari per cogliere, più o meno furtivamente, qualche grappolo che, invitante e rigoglioso, occhieggiava tra i pampini. L’uva pugliese, dunque, per me ha il sapore zuccherino della gioventù.

Con questo e con altri ricordi stampati nella mente, ho letto “Uva noir”, il romanzo che segna l’atteso ritorno in libreria di Gabriella Genisi e della sua creatura: il commissario Lolita Lobosco, il détective più sexy dello stivale perché sa prendere il lettore anche … per la gola.

L’uva è il terzo frutto in ordine di apparizione negli episodi che vedono Lolì protagonista indiscussa della questura barese: “Uva noir” segue infatti, in sequenza, gli agrumi de “La circonferenza delle arance” e le marasche o le amarene di “Giallo ciliegia”.

L’uva, come leitmotiv, attraversa la scorrevole e divertente narrazione di Gabriella Genisi ...

Recensione di Uva noir di Gabriella Genisi su malgradopoi.it