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Le recensioni di Bruno Elpis

30 KG di Simona Bravo (Io scrittore)

La recensione del libro è di Bruno ElpisParlo per chi si immedesima troppo in quel che legge: una lettura troppo partecipe, in certi casi, implica una sofferenza anche fisica. Ma sono soprattutto il disagio, il senso di impotenza e – a volte – l’autentico terrore, le principali sensazioni che si sono impadronite di me quando mi sono immerso nella lettura di quest’opera di Simona Bravo.

Il tema di “30 kg” è quello dell’anoressia, una delle patologie più contemporanee che possano affliggere i nostri giovani: insieme alla bulimia, a parer mio, una delle sindromi che meglio esteriorizza lo sgomento esistenziale, rendendolo appariscente e rappresentandolo in maniera visibile ed evidente agli occhi di tutti. Per il potere fortemente simbolico che questa “malattia” possiede: nel rapporto problematico con il cibo, normalmente fonte di sostentamento, che diviene uno strumento di autodistruzione e di ossessione. Se possibile, ammesso che si possa instaurare una gerarchia nei mali sociali e psicologici del nostro tempo, il “disturbo alimentare” è ancora più devastante, e a volte irreversibile, della tossicodipendenza e dell’alcolismo.

L’opera di Simona è un accurato diario di una vicenda oscura, che rimane tale anche a lettura ultimata. Perché “il male del vivere” rappresenta un mistero per chi razionalmente crede di poter individuare la causa scatenante di un’angoscia immanente, che si cronicizza e drammaticamente attraversa le fasi ascendenti di un delirio che rasenta la follia.

La causa almeno apparente del suo morbo, Simona la individua nella mortificazione inflittale da un’insegnante: a quel momento l’autrice riconduce il “timore per il prossimo.” Da quel momento “penso che chiunque sia più brava di me, non ho fiducia in me stessa e nelle mie capacità.” E si instaura una pericolosa correlazione: “L’estrema accuratezza con cui controllo il cibo diviene proporzionale al rendimento scolastico: ho la convinzione che quanto più mi limito nell’assumere calorie, tanto maggiore sarà l’impegno e il rigore che dedicherò allo studio.”

Poi è tutto un crescendo: di tappe dolorose e di esasperazione. La maniacale attenzione per gli alimenti ingeriti, il rito della bilancia, l’iperattivismo, l’assunzione di farmaci (diuretici, lassativi), i sotterfugi  con i familiari e gli stratagemmi per evitare di assumere cibo, i cedimenti del fisico, i reiterati ricoveri. Tutto avviene in modo compulsivo: “Il binomio magrezza-studio diventa l’unico scopo della mia vita. Non mi rendo conto che gli anni scorrono inesorabilmente veloci con i loro eventi, mentre io vivo sempre più chiusa nella mia gabbia mentale, prigione mentale che mi emargina da tutto e da tutti.”

Nel mio commento, voglio segnalare alcuni passaggi significativi di quest’opera shock (e uso volutamente questo termine).

Primo: Simona dedica il suo scritto a suo padre. Perché il suo dramma personale si interseca con la malattia dell’amato genitore, con tutte le implicanze che questa intersezione comporta.

Secondo: la “guarigione”, dopo vent’anni di sofferenze, viene descritta senza trionfalismi, con una moderazione che essa stessa – a mio modesto parere – conferma quanto sia importante non abbassare mai la guardia dinnanzi a una malattia così insidiosa. Mi è piaciuta molto la citazione iniziale di Seneca, uno stoico!, che allude alla profondità dell’animo umano e alla soddisfazione che si trae dalle conquiste più “faticose”.

Terzo: sapete qual è l’elemento narrativo che maggiormente mi ha colpito? La totale assenza degli altri: per tutto il racconto, Simona è sola, con la sua mania e le sue ossessioni; sembra viva in un deserto ove il prossimo è totalmente assente. “Gli altri” ricompaiono soltanto nelle ultime pagine. Nella “riscoperta voglia di valori semplici: la battuta con le colleghe, un brindisi con le persone che non mi hanno mai abbandonato, ma che io, nella cecità della malattia, non riuscivo più a vedere …”

Cara Simona, dopo questa constatazione, ti abbraccia …

 … Bruno Elpis

http://www.i-libri.com/30-kg-di-simona-bravo.html