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Le recensioni di Bruno Elpis

L’estranea di Patrick McGrath (i-libri)

coverL’estranea di Patrick McGrath è Constance: una donna complicata (“Aveva una psiche talmente complicata, tutta ripiegata su se stessa come una conchiglia a spirale, un nautilus, e a volte la sorprendevo a parlare da sola come se rispondesse a quello che sentiva dentro la conchiglia”) e ambigua (“Sidney diceva sempre che… in quel periodo avrebbe preferito se fossi stata un ragazzo. Non gli servivo gran che come femmina. Mi chiamava spesso Ganimede. Il giocattolo sessuale degli dei”), a tratti aliena (“Mi irritava la freddezza che comunicava ogni tanto, il distacco… Volevo capire da dove nasceva”) il cui profilo viene tracciato da due voci. Quella di Constance – infantile (“Tutto è in vendita, me l’ha detto il babbo”), confusa, disorientata -, quella del marito Sidney Klein (“Sono un uomo sentimentale. Sono troppo sensibile…”).

 

Il loro matrimonio è il punto d’incontro di due opposte esigenze: Sidney è reduce da un doppio fallimento matrimoniale e ha un figlio alla ricerca della figura materna, Constance sta fuggendo da un passato graficamente rappresentato dalla casa dell’infanzia (“Una casa cadente nella valle dell’Hudson, completa di  veranda e torretta… La vista che aveva goduto dalla finestra della sua stanza…, la palude… e le Catskills in lontananza. Si chiamava Ravenswood…”), ove ha patito il rapporto d’odio con il padre (“Le chiesi se provava risentimento per la perdita della sua infanzia. In realtà usai la parola furto”) e le preferenze che costui riservava alla sorella Iris, ed è alla ricerca della figura di un padre protettivo e amorevole (“… la sua tendenza alla ripetizione compulsiva. Aveva sposato suo padre. Poi si era accorta di quello che aveva fatto e aveva cercato di tirarsi indietro”).

La doppia narrazione – attraverso i due punti di vista contrapposti – consente al lettore di comprendere lo sfasamento tra la percezione soggettiva di una personalità affetta da monomania e la realtà, e di seguire gli eventi attraverso i quali Constance attua la sua sete di vendetta e di rivincita.

Quando la patologia trova la propria collocazione nella ricostruzione degli eventi familiari che hanno interessato sia Morgan ed Henriette, i genitori deL’estranea, sia Mildred e Walter, la coppia al servizio dei genitori, gli eventi luttuosi del passato e del presente si intrecciano a opprimere ulteriormente una psicologia malata e sull’orlo del precipizio.

Patrick McGrath scandaglia il complesso di Elettra assumendo un paradigma estremo e lacerato(“L’inconscio di Constance era una cantina umida e muffosa che ospitava vari archetipi punitivi”), tra tonalità spiritate (“Nella camera di Iris… una bambola senza occhi chiamata Amanda Jane”) e  allucinate (“Eravamo le sorelle della pietà”), con un finale che è una novità rispetto agli epiloghi degli altri suoi romanzi. 

Bruno Elpis 

http://www.i-libri.com/libri/lestranea/