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Le recensioni di Bruno Elpis

Del dirsi addio di Marcello Fois (i-libri)

coverDel dirsi addio leghetai pollacos, si parla in molti modi in questo romanzo di Marcello Fois. 

Dice addio ai genitori il piccolo Michele (“Michele Ludovisi è un ragazzo particolare, uno in odore di Asperger…”), svanito nel nulla durante una sosta in piazzola, di ritorno dal ristorante nel quale i genitori Gea e Nicola Ludovisi hanno dato pessimo spettacolo del loro rapporto ormai esaurito. 

Dice addio al padre Pietro (“I padri fingono di volere che i propri figli concludano qualcosa, ma in effetti vogliono solo che siano felici”) – malato terminale di cancro – il commissario Sergio Striggio, icona LGBT che in quel di Bolzano polverizza il machismo di molti protagonisti giallo-noir, ma non l’immagine del bel tenebroso impegnato nei drammi personali. 

Dice addio al commissario Striggio l’avvenente ispettore Elisabetta Menetti, che cerca di portarlo sulla via dell’amore eterosessuale e per questo antagonizza Leo, l’affascinante maestro elementare e compagno del commissario. 

La scomparsa di Michele rimane sullo sfondo in tutto il romanzo, come La valse triste di Sibelius, poi nel finale fuoriesce dalle retrovie e s’impone all’attenzione del lettore insieme all’outing del tormentato commissario. 

La narrazione è condotta in quattro parti, intitolate ai quattro elementi di Empedocle: la terra come Gea, la madre di Michele; il fuoco, che viene appiccato alla Panda di don Giuseppe; l’acqua dell’Isarco che annega la maestra di Michele, l’aria, come il principio che accompagna le rivelazioni multiple che si affastellano nel finale… 

Bruno Elpis 

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