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Le recensioni di Bruno Elpis

Aspetta primavera, Bandini di John Fante (Lettori Autori)

Aspetta primavera, Bandini di John Fante,  prima puntata della saga di Arturo Bandini, viene così inquadrata  da Emanuele Trevi: “Con la sua atmosfera dickensiana così ben orchestrata, Aspetta primavera è un perfetto Christmas tale, non poco avvincente e patetico al punto giusto”. 

Gli eroi di questa storia sono due e si contendono la scena: l’adolescente Arturo (“È uguale a te Svevo. Anche tu eri un discolo”) e suo padre Svevo (“Svevo sapeva parlare, e bene… ma raramente gli capitava di dirle ti amo”), incarnazione del prototipo dell’immigrato italiano (“A suo padre non bastava essere italiano, lui doveva essere un italiano rumoroso”), sempre combattuto tra l’orgoglio delle origini e il desiderio d’integrazione (“Ora che aveva ottenuto la naturalizzazione, non si considerava più italiano. No, era un americano… Svevo era molto sensibile alle differenze di classe e di razza…”).

Il rapporto tra padre e figlio viene esplorato a tutto tondo, ma con grande ironia, nel sentimento misto di timore e ammirazione che il ragazzo nutre per il genitore in mezzo ai contrasti tipici dell’età: le costrizioni della miseria e le piccole menzogne (“Chiederle dieci centesimi per il cinema”), il narcisismo (“Stava contandosi le lentiggini. La sera prima aveva dormito con la faccia sporca di succo di limone…”) e l’emotività (“In quell’aula semibuia, s’abbandonò al pianto, singhiozzando per espellere la povertà…”), il primo sentimento per una compagna di scuola, l’amore per il baseball (“Amava il baseball con il suo stesso fanatismo. Aspetta, gli aveva risposto. Aspetta primavera, Bandini”), le preoccupazioni religiose instillate da una madre molto osservante (“Raccattare la gallina morta… Perché hai fatto una cosa del genere? ... è peccato”), la spettacolarizzazione del tradimento coniugale di Svevo (“Il linguaggio della violenza scarabocchiato sulla sua faccia”) che conquista la riccastra del paese (“Una donna di nome Effie Hildegarde”) e sfocia in una piccola tragedia domestica proprio la notte di Natale… 

John Fante,  anche grazie all’entusiasmo che Bukowski ha professato per la sua opera e, in Italia, grazie agli studi critici di Pier Vittorio Tondelli, è un autore tanto amato oggi quanto negletto dagli editori della sua epoca. Il ciclo di Bandini, del quale quest’opera rappresenta l’alba, è  centrale per un autore cult, del quale Einaudi ha recentemente pubblicato l’epistolario incappando in un clamoroso equivoco come commentato nell’articolo qui linkato

Bruno Elpis 

http://lettoriautori.altervista.org/jf.htm